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Packaging_what's Next?

Stando ai risultati delle ultimissime ricerche Ipsos*, la conoscenza qualificata sui temi ambientali da parte dei cittadini è salita del 65% negli ultimi 4 anni. Quindi Greta Thunberg non c'entra e non è lei l'ifluencer di turno.Sempre secondo Ipsos, oltre 1 italiano su 3 pensa sia dovere delle aziende offrire risposte concrete per la riduzione dell'uso della plastica nelle confezioni dei prodotti venduti e il 77% degli italiani ritiene che le aziende non stiano facendo abbastanza per la sostenibilità.

Inoltre, il 77% degli italiani considera la riduzione delle emissioni e l'impatto ambientale l'ambito più importante su cui si devono concentrare le politiche di responsabilità sociale delle aziende. Il packaging è ritenuto il primo fattore di sostenibilità su cui viene valutato un brand (dal 41% degli italiani) e il 53% degli italiani dichiara di acquistare prodotti realizzati con materiali riciclati".I dati di Ipsos misurano il grado di crescente consapevolezza delle persone sullo stato di salute del pianeta e delineano le aspettative dei consumatori nei confronti delle aziende in tema di impatto ambientale.

Emerge con forza come il plastic-free rappresenti un'opportunità unica da cogliere e una scelta strategica per le aziende.È indubbio che sia cresciuta negli ultimi tempi una forte presa di coscienza collettiva sulle tematiche legate all'ambiente, tanto che ben l'80% degli italiani dichiara di avere il timore di essere alle soglie di un vero e proprio disastro ambientale. Una conseguenza a comportamenti e gesti quotidiani per i quali nessuno si sente assolto: il 74% della popolazione italiana pensa infatti di aver contribuito personalmente alle isole dei rifiuti negli oceani.

Cresce la convinzione che ogni singolo individuo incida fortemente sull'ambiente. Sempre più spesso le persone adottano uno stile di vita attento e rispettoso, sono sensibili all'impatto ambientale delle proprie scelte di consumo, quindi più inclini al sacrificio personale (risparmio della carta, riciclo di oggetto di uso comune in plastica) e disposte ad affrontare anche il sacrificio economico.Il 20% degli italiani dichiara di adottare abitualmente comportamenti sostenibili mentre un altro 50% si considera comunque aperto nei confronti di una condotta più attenta.

Solamente un 13% si dichiara scettico o addirittura indifferente (17%).Allarme plasticaL'allarme dell'opinione pubblica sullo stato di salute del pianeta e la conseguente crescita di responsabilità ambientale sono senza dubbio da attribuirsi alla questione plastica e alle impietose immagini delle isole di rifiuti diffuse dai media.Il 50% degli italiani pensa che sia un problema molto serio, mentre il 46% lo ritiene "solo" un problema, che esiste ma può essere risolto (per il 26%) oppure che esiste perché ora la plastica non è adeguatamente riciclata (per il 20% degli italiani).

C'è, infine, solo l'1% che considera il dibattito sulla plastica frutto di allarmismi inutili e il 2% che non lo vive come preoccupazione (2%).CSR: la sostenibilità ambientale premia le aziendeLa mutata sensibilità dell'opinione pubblica in materie ambientale fa sì che le aziende abbiano come interlocutore un consumatore più attento e sensibile al tema della sostenibilità. Le aziende sono adesso valutate anche in base ai loro comportamenti e prese di posizione su questioni legate alla tutela dell'ambiente.

Il ruolo centrale attribuito alle aziende emerge in maniera chiara nell'analisi presentata da Ipsos. Alla domanda "Chi ha la responsabilità di trovare una soluzione per ridurre la quantità di materiale utilizzato nelle confezioni di prodotti venduti", ben il 39% pensa sia dovere delle aziende che producono e vendono prodotti di largo consumo.E siccome è ormai appurato che sempre di più i consumatori cercano nelle marche un elemento di identificazione, un legame unico e indissolubile tra ciò che si è e ciò che si consuma e che trova nell'impegno verso l'ambiente una delle sue massime espressioni.

Significativo del nuovo modo di vivere il rapporto con il brand è il desiderio dichiarato dal 52% degli italiani di trovare marche che permettano loro di fare la differenza nel mondo.In quest'ottica, il ruolo delle politiche di responsabilità sociale delle imprese è determinante per accrescere il valore percepito del brand presso il suo pubblico di riferimento. Secondo Ipsos, tra gli ambiti ritenuti davvero molto importanti, spicca al primo posto proprio la riduzione delle emissioni e l'impatto ambientale (77% degli italiani), seguita dall'attenzione alle condizioni di lavoro dei propri dipendenti (50%), dal miglioramento della qualità del servizio/prodotto a beneficio dei consumatori (37%) e dagli investimenti in Ricerca&Sviluppo e innovazione (31%).

La reputazione aziendale passa quindi anche attraverso l'economia circolare, anzi ne diviene conseguenza diretta. Sono le aziende più avanti nell'implementazione di processi sostenibili ad avere la reputazione più alta. L'analisi Ipsos evidenzia infatti la crescita di fatturato, di export e di occupazione delle imprese che nel biennio 2014-2016 hanno deciso di investire nel cosiddetto fattore "Green".

Queste aziende più lungimiranti rappresentano il 52,6 % degli attori presenti nel comparto e fanno registrare un 5% di fatturato, un 16% di export e un 7% in termini di occupazione rispetto alla media delle imprese industriali che non hanno scommesso sulla sostenibilità.Tuttavia, prevale la convinzione che le aziende chiamate a farsi carico del problema non stiano in generale ancora facendo abbastanza: lo pensa il 77% dei cittadini italiani.Il packaging sostenibile: direzione plastic free, nascono nuove opportunità.

Il packaging è ritenuto oggi il primo fattore di sostenibilità su cui viene valutato un brand. Il nuovo "cittadino-consumatore" è pronto ad agire anche in prima persona quando l'imballaggio non è eco-sostenibile. Il 53% degli italiani dichiara di acquistare prodotti realizzati con materiali riciclati, il 48% di fare riutilizzo degli articoli monouso, il 41% di smettere di acquistare beni con imballaggi non riciclabili e il 24 % di smettere di andare nei negozi che usano molti imballaggi non riciclabili.

La plastica vive oggigiorno una crisi reputazionale, solo il 12% la ritiene un materiale sostenibile. La cosa cambia in maniera evidente quando la plastica, grazie alle nuove tecnologie, è gestita e trasformata in bioplastica o plastica riciclabile. Alla domanda quanto ritiene sostenibile questi materiali, rispettivamente il 47% e il 40% degli italiani si esprime favorevolmente.

Evitare l'uso della plastica nell'immaginario collettivo rimane comunque ancora parecchio difficile, soprattutto se si pensa alla vita quotidiana di tutti i giorni. Dall'indagine è emerso che i prodotti realizzati con materie plastiche cui gli italiani farebbero più fatica a rinunciare sono: bottiglie d'acqua (33%), pellicole trasparenti per alimenti (27%); contenitori riutilizzabili per alimenti (16%), contenitori detersivi (14%), abbigliamento come pile e microfibre (13%); sacchetti di plastica (12%); posate monouso (12%), giocattoli (11%).Quella della sostenibilità è una sfida sempre più attesa dai consumatori, i brand sono chiamati a percorrere questa ennesima rivoluzione, ridimensionando il proprio impatto ambientale e guardando al futuro.

Quello di tutti, non solo il loro.

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -Milano 10/5/2019, Primo studio Ipsos dedicato al tema della plastica

·RELATED QUESTION

What are sustainable replacements for the plastic packaging of foods?

Banana leaves.

- A supermarket chain in northern Thailand is returning to natural materials for everyday packaging use, including banana leaves.

- As the world's sixth-largest contributor to marine plastic pollution, Thailand is waking up to the harmful effects of plastic pollution on our environment.

- The Thai government has announced a major agreement from large retailers, plastic manufacturers and department stores to stop handing out single-use plastic bags to customers in 2020.

The worldwide war on plastic has been given a massive boost with a supermarket in northern Thailand substituting plastic packaging with banana leaves.

The supermarket chain is exploring new ways to reduce plastic packaging. /CGTN Photo

At first glance, Rimping Supermarket in Chiang Mai looks just like other supermarkets across Thailand. But a banner announcing that it no longer provides plastic bags every Wednesday welcomes customers upon entering the place - this is something that is becoming increasingly common as the country wakes up to the harmful effects of plastic pollution on the environment.

Something different can be seen on one of the supermarket's fresh vegetable racks.

Instead of plastic, chilies, lemongrass, asparagus and other fresh produce are wrapped in banana leaves and secured together with a string made from banana trunk.

"We have worked internally in terms of our environmental policy for a long time," a representative of Rimping Supermarket said. "We tried other materials before, but banana leaves are easy for us since we live in a tropical country where banana leaves are abundant so supplies are infinite."

The simple, yet highly relevant innovation has not been implemented on all of the shop's fresh products. The supermarket still provides plastic packaging in the area as well.

"The challenge is to find a way to keep the produce fresh," the representative said, adding that "some vegetables are not suitable to be wrapped in banana leaves as it becomes too humid and it doesn't retain its freshness."

While banana leaf-wrapped food isn't something new in Thailand, it is unusual to see this traditional, biodegradable approach used on a large commercial scale.

Banana plantations are in abundance in tropical countries like Thailand.

The flexibility of the leaves makes it perfect for packaging. It's waterproof, don't leach any chemicals onto the food and once the customer is done with the packaging, the leaves are compostable, significantly reducing the need for single use plastics.

An automated system sprays water on produce to ensure freshness. /CGTN Photo

Elsewhere in Thailand, banning the use of plastic bags at traditional markets is still a big challenge for the Thai Government. Ranked sixth in the world for generating sea waste, Thais use an average of eight plastic bags each per day, almost 200 billion bags per year.

Aware of its considerable contribution to the mountains of plastic trash floating in the oceans, Thailand's government has announced a major agreement from big retailers to stop handing out single-use plastic bags to customers from January 2020.

And Rimping Supermarket's store policy can be seen as a huge step for a greener, plastic-free earth by going back to nature to find an alternative to plastic bags.

Source: Banana leaves replace plastic packaging

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